Lettera trasmessa al Sindaco di Caltagirone ed alla Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania-giugno 2007
Ad elezioni ormai concluse ci appare doveroso e non più dilazionabile dare seguito alle sollecitazioni da più parti ricevute ed intervenire sull’argomento in oggetto:
1) per esprimere la solidarietà e l’adesione di questa associazione al comitato spontaneo formato dai cittadini che non condividono la qualità dell’intervento in corso a pochi passi dalla plurisecolare chiesa della Ex Matrice, nel cuore del cuore del centro storico cittadino;
2) per chiedere al Sindaco e a quanti altri ne hanno competenza di adoperare i poteri connessi ai rispettivi uffici affinché sia urgentemente verificata la correttezza normativa di quanto costruito e sia comunque rivisto il progetto al fine di ridurre al massimo l’impatto visivo di un’opera che, a parere nostro, stride in maniera indifendibile con il contesto.
Ci sembra utile chiarire, che il nostro fermo dissenso è riferito alla modalità con cui ha preso corpo una idea valida e da sempre condivisa: costruire un piccolo servizio igienico, funzionale e ben integrato, nell’area in questione; non un mostro di cemento a tre piani, pesante ed invasivo che mortifica il panorama e tutto il tessuto urbano circostante, in palese contrasto anche con la funzione discreta che l’immobile è destinato ad assolvere. Non si dimentichi che si sta parlando di un semplice vespasiano.
Con l’occasione vale la pena di ricordare alcuni altri esempi, passati in sordina, ma emblematici di un andazzo pubblico ormai incalzante, fatto di improvvisazione e di preoccupante assenza di sensibilità al quale non vorremmo mai abituarci; citiamo soltanto le tegole nuove utilizzate per completare la copertura del tetto della Galleria Sturzo, che creano l’effetto pugno nello stomaco in chi guarda (e sono in tanti) dalla cima della scala ex Matrice, la innovativa pavimentazione stradale realizzata in Via Greci, la dimora settecentesca disinvoltamente cancellata in fondo alla via Neve. Eppure da qualche parte ci dovrebbe essere qualcuno a cui spetti la funzione di controllo e di intervento sull’operato degli uffici tecnici. Appare qui legittimo chiedersi dove vivano gli Assessori alla cultura, all’urbanistica, ai lavori pubblici o come, con simili fantasie e distrazioni all’attivo (anzi al passivo) si possa poi pretendere dai cittadini il rispetto e la salvaguardia del centro storico. E forse è per questo che, un pò dappertutto, nel centro storico di Caltagirone fioriscono e si moltiplicano gli stili più eccentrici, gli infissi in alluminio anodizzato, i serbatoi azzurri, gli archi rettificati, gli intonaci arcobaleno, i grovigli di fili e tubi vari e chi più ne ha più ne metta.
Dal canto nostro continuiamo fermamente a credere nella valenza educativa degli atti amministrativi e per questo concludiamo immaginando il risveglio di alcune cariche ed istituzioni cittadine dal sonno in cui sembrano essere immerse. A Queste vorremmo umilmente ricordare che il fregiarsi del titolo di “Patrimonio dell’Umanità” comporta più di una grossa responsabilità ed implica la capacità di tenere alti i livelli di attenzione, qualità e buon senso, prima ancora e indipendentemente dal fatto che le carte possano, o non possano, risultare a posto.