una incompiuta da completare (aprile 1999)
La lezione che la storia civile di questi anni ci consegna, di un sostanziale disinteresse dell’opinione pubblica e delle forze politiche che la rappresentano nei confronti dei più delicati problemi di queste zone, trova una clamorosa conferma nelle aggrovigliate vicende legate alle opere di completamento della DIGA “PIETRAROSSA”, un’imponente opera pubblica INCOMPIUTA del costo di circa 150 miliardi situata nella vicina C.da Casalgismondo, all’incrocio dei territori di Mineo, Caltagirone, Aidone e Ramacca.
La vicenda, balzata agli onori della cronaca per i recenti provvedimenti giudiziari emessi dalle Procure di Caltagirone e di Enna, è resa ancor più complicata dalla scoperta, agli inizi degli anni ‘90, di un sito archeologico, risalente al periodo della dominazione romana, collocato al centro del bacino di raccolta delle acque dell’invaso, che vogliamo ricordarlo, può accogliere ben 33 milioni di metri cubi d’acqua, sufficienti ad irrigare 18.000 ettari di terreno, e da lavori di consolidamento della collina sovrastante il fianco destro dello sbarramento, interessata alcuni anni fa da un movimento franoso, sulle cui origini e cause è in corso una inchiesta da parte della magistratura.
Importanti iniziative di divulgazione e sensibilizzazione sono state assunte da alcuni organi di stampa locali, dall’associazionismo ambientale e da personalità del mondo sindacale e culturale, affinché il problema della diga “Pietrarossa” diventi un’opera prioritaria da completare nell’agenda degli interessi delle forze politiche, sociali ed istituzionali. Tuttavia queste attività non hanno, sinora, sortito significativi risultati per l’atteggiamento totalmente attendista delle forze politiche ed istituzionali sia nazionali che locali.
Oggi, per superare tale diffusa indifferenza, promuoviamo una iniziativa democratica invitando l’opinione pubblica del calatino e le forze più sensibili del mondo culturale, ambientale e sociale dei Comuni del nostro comprensorio, a porre in essere una campagna di mobilitazione diretta a favorire, da un lato la salvaguardia della zona archeologica attraverso la immediata ripresa di una campagna di scavi tesa a identificare il valore storico, l’estensione della stessa e la possibilità tecno-scientifica di collocarla sulle circostanti colline delle Contrade Frasca e Olivo; dall’altro, il completamento dei lavori dell’invaso per rendere concreta l’opera di irrigazione di 18.000 ettari di terreno, oggi a rischio di desertificazione e consentire, in tal modo, la rinascita agricola di territori interni della Sicilia, marginalizzati dallo sviluppo economico globalizzato.
INVITIAMO, pertanto, i cittadini dei comuni di Caltagirone, Mirabella I., Aidone, Ramacca, Mineo, Raddusa, Castel Judica, Palagonia e Scordia a sottoscrivere la presente iniziativa che sarà indirizzata ai sindaci dei comuni sopra indicati, ai presidenti delle Provincie Regionali di Catania ed Enna, all’Assessore Regionale all’Agricoltura, al Presidente della Regione Siciliana ed al Presidente della Repubblica.
E’, lo comprendiamo bene, una campagna civile e democratica di notevole complessità, ma indispensabile per il decollo agricolo delle nostre zone e deflussi turistici legati al godimento di beni archeologici. Sarebbe davvero un bel segnale importante per l’opinione pubblica del nostro comprensorio se con la vicenda della diga “PIETRAROSSA” si invertisse il triste fenomeno delle incompiute indicando agli scettici – e sono tanti – che nella nostra Isola le correnti di opinione contano ancora qualcosa per l’assunzione di decisioni politiche riguardanti tutta la comunità.