Documento che certifica la concessione di Iudica e Fatanasimo (due baronie che incidevano nell’attuale area del Bosco di Santo Pietro) al Re Guglielmo Primo. (pergamena custodita presso la biblioteca comunale di Caltagirone
Privilegio della Concessione di Iudica e di Fatanasimo
per il Re Guglielmo Primo
In nome di Dio eterno e di Gesù Cristo Salvatore nostro.
Guglielmo per favore della divina clemenza Re di Sicilia del Ducato di Puglia e del Principato di Capua.
Spetta alla Real sollecitudine il provvedere da sè per l’avvenire alla quiete e sicurezza dei suoi fedeli e benemeriti. Perchè in vero, siccome i debitori sono obbligati di pagare alla curia, così a cautela del pagato debito, con regal clemenza, lor provvediamo, che non siano rilasciati i giusti debiti, nè siano costretti di pagare i superflui e i non dovuti. Quindi è che vogliamo che sia fatto noto a tutti tanto presenti quanto eziandio futuri, che i fedeli nostri uomini di Caltagirone dal Re Ruggiero nostro padre, di buona memoria, e da Noi hanno comprato per quaranta mila tari senza grani di moneta siciliana le terre che si chiamano Fatanasimo e le altre che si chiamano Iudica con le loro pertinenze, e che del tutto hanno pagato il prezzo di essa obbligazione. Di nulla adunque i predetti nostri fedeli s’intendano restar obbligati intorno al suddetto debito, se non che paghino ogni anno per Caltagirone, per Fatanasimo e per Iudica, e loro pertinenze, cinque mila tari in tre termini, cioè in questi sottoscritti tempi: nel mese di agosto, nella seguente natività del Signore e nella Pasqua della Resurrezione del Signore, e oltre a ciò tengano preparati duecento cinquanta marinai da mandare alla nostra felice armata navale dovunque piacerà al nostrovolere. Per la qual cosa del presente privilegio, rilasciata da Noi una pagina per provvisione di nostra clemenza, vogliamo che veramente ne godano in perpetuo tanto essi quanto tutti i loro eredi dimoranti nei predetti luoghi e che in avvenire vi dimoreranno. Il qual privilegio, affinchè ottenga pieno vigore ed abbia stabilità di perpetua fermezza, comandiamo che si scriva per mano di Saulo nostro notaro, e che si munisca del bollo plumbeo impresso dal nostro timbrario.
L’anno, mese e indizione sottoscritti.
Dato nella felice città di Palermo per mano di Majone, grande Ammiraglio degli Ammiragli, l’anno dell’incarnazione del Signore, mille cento sessanta, il mese di maggio, ottava indizione. De Regno poi del sig. Guglielmo, per grazia di Dio, Re di Sicilia del Ducato di Puglia e del Principato di Capua anno ottava felicemente così sia, però del Ducato del sig. Ruggiero, glorioso Duca di Puglia, chiarissimo figlio di lui, anno quarto, felicemente così sia.
Palermo 8 maggio 1160