Esperienza Completa: La Recensione dei Metodi di Pagamento su Ltc Casino Questo è uno slot ad alta varianza con un RTP di 95,73%. Esperienza di Gioco Eccezionale: Bronze Casino in Italia Questo di solito è il nome del giocatore o del cavallo che stai appoggiando. Approfondimento su Gaming Club Casino: divertimento sicuro e responsabile
Umberto Ballarò ha dedicato e dedica gran parte della sua vita all’insegnamento e all’arte, all’ecologia, impegnandosi personalmente nella conservazione di una parte del bosco di Santo Pietro in c.da “La Grazia” (vicino a Renelle). Ha costruito una casa in pietra, creando un nuovo modo, estetico ed ecologico, di fare muratura con pietre e legni di mille discariche e con i colori… delle quattro stagioni.
Presso il bosco “ Santo Pietro ” di Caltagirone ( quando le parole dei ragazzi sono intense e precise )
Racconto cronaca di Umberto Ballarò
Oggi, pure in campagna la vita si affatica a sopravvivere, sotto un sole rabbioso che era già caldo pure nelle prime ore del mattino. Ed io rastrello ancora a mezzogiorno la terra secca, dopo che ho raschiato l’erba con la zappa larga, a far da “staglio”, contro il pericolo di incendio! È una sfida alla fatica ed al calore, sul limitare del bosco che proteggo da trent’anni mentre lui protegge e accoglie me con la roulotte e amache, uccelli, amici, scolaresche e visitatori d’ogni parte. Il rastrello muove una polvere bassa e pigra, ché l’aria è stanca e nemmeno una bava di vento risolleva. Mi arrivano lontano dalla valle i suoni degli armenti – divenuti ormai familiari – di Sebastianello, mandriano quindicenne: Cairone di padre nato a Tortorici e Sfragano di mamma calatina; entrambi allevatori d’ogni sorta d’animali. La mamma e Nuccia, la sorella, sono già venute in “cinquecento” ed hanno lasciato sotto gli alberi il “mangiare”, la birra e l’acqua fresca. Spesso e volentieri con Bastianello scambiamo quattro parole: le sue, più fresche, pronte e spontanee, danzano nell’aria e cantano come un ruscello; le mie, più meditate e spesso intenzionali, ché assai è il bene o il male che le parole possono far “sbomicare”1 Avanzano lentamente gli animali, mentre mangiano pigri in un mare di “restucce” in un ragazzo vivace e intelligente. 2
1 Sbomicàre: fuoriuscire. Più propriamente si usa per indicare un effluvio ─ per interna forza e proprietà ─ di liquidi, odori, umori… fioriture. Userò spesso questo vocabolo.
2 Restucce: ristoppie; resti; ciò che rimane dopo la mietitura del frumento o altro cereale.
, e concimano placidamente la terra per la prossima coltura. Duecento e passa, fra mucche, vitelli e pochi tori; tutti che non conoscono stalle, né mungitrici o mungitori. Tutti di razza “limosina” color del miele quand’è chiaro come le restucce che hanno il color del sole quand’è velato di scirocco.
E in questa mattinata, tutto ha il colore di scirocco… tranne il sorriso e lo sguardo di Bastianello. – Buongiorno professore! – Ciao Nello! – Ma chi glielo fa fare con questo caldo!? – Apposta, con il calore… sto facendo il “lavaggio del sangue”. – Che? – Bevo acqua e sudo molto puzzolente e butto via così le sporcizie del sangue, dei muscoli e del cervello. – … Ah? – Sì, le porcherie che provengono dalla normale digestione, che il fegato non è riuscito a filtrare e trattenere nella borsetta… – Ah sì professore, la borsetta del fiele… – La cistifellea. – Sì, quella che ha detto lei; le galline ce l’hanno di colore verde, e pure gli altri armali; se quando si “scannano”3
3 Scannare o scannarozzare: tagliare la canna, la gola; macellare.
si rompe la… cestella – come ha detto? – , la carne si può buttare, amara come il veleno! Io, professore, quando ho sudato e poi faccio la doccia, come mi sento bene! Pure di cervello mi sento bene! Mentre Nello osserva l’opera del mio lavoro, da esperto, valuta e consiglia: – Anche senza la passata di rastrello qui il fuoco non potrà arrivare. – Lo so, ma lo faccio per il piacere. – Ah sì, per “bellimento”. – Bravo Nello! per il senso di bellezza. – Anche l’occhio vuole la sua parte. – Ma sei veramente bravo! Non si vive di solo pane. – Però quando il pane non c’è… – A te è mai mancato? – Solo per poche ore, al massimo un giorno. – Quando manca è la cosa più importante, giusto? – Giusto. A questo punto non sapevo cosa fare per non cadere nel moralismo predicatorio e, d’altra parte , volevo però che le parole entrassero ancor più nel cuore per lasciare un segno, sicchè le ho dato forma di domanda, e qui… ho esaurito le mie risorse: – Te lo immagini se tu avessi tutto il pane e la macchina e il telefonino e quel che vuoi , ma non ci fosse sulla terra una sola persona che vuoi bene e che ti vuole bene? … che ti porta il mangiare … Ha pensato tre secondi ed ha risposto serio: – Camminerei col muso basso , terra terra , come un porco. – Bravo Nello! – Arrivederci professore! – Ciao!
Ed è corso verso gli armali ed il “mangiare” sotto gli alberi. E mentre lui correva gli ho gridato: – Ora scrivo subito queste tue parole per non dimenticarle! – Poi che le leggeremo sul giornale “La Sicilia”? – Siiii! L’emozione del “momento”, la sua interna musicalità, non mi hanno permesso, ahimè, di rispondere diversamente, e sono rimasto sbilanciato e compromesso; e mi sono buttato a pancia sotto con le braccia per cuscino sopra l’erba, che quando è secca è più odorosa di ricordi antichi.
cose di ragazzi e per ragazzi ( cronaca di una divertuta a c.da “Monatagna”)
Messaggiu a lu viddanu assenti, lassatu ’arreri da so porta (dietro)
Caru massaru, padruni di ’sta campagna, ’nta ’sta jurnata cauda di Giugnu (in questa giornata calda) cincu carusi e unu chiù granni, pi trazzeri strani, petri e timpuni, (sentieri … zolle) buffunate e sdirrupuni, (buffonate e sdiruponi, per dirupi, ruzzoloni) semu arrivati cca a lu vostru locu, (siamo … luogo, podere) ca pari vogghia diri: « Arripusativi picchiutteddi supra lu me cori, (picciottelli) silenziu, ca certi voti la stanchizza è cosa bona (poiché) pi vìdiri chiù a funnu ni li cosi (per vedere) e sèntiri li vuci di luntanu ». (sentire)
Chi sensu di stranìa! Chi favula di cosi veri! quanta ducizza, (stranezza … dolcezza) caru massaru, ci aviti misu intra a ’stu pizzuddu di tirrenu! (dentro a questo pezzetto) Chistu è ’nu locu ca nun voli tratturi ma voli brazza, (questo è un luogo) zappuni e mulu pi rascari la terra (per raschiare) intra li massi e mura a ssiccu. (a secco) Ma la terra è frisca, di bona sustanza! : è « trubbazzu masculinu4
4 Trubbazzu: un tipo di terra calcarea di cui è detta “mascolina” la versione fertile; e “femminina” la versione sterile – a sfogliatelle che si sfaldano in polvere bianca – … ? : furono i maschi a stabilire ciò!
! ».
Oj è duminica e vui siti a lu paisi. (voi siete al paese) Nui nun sapèmu lu vostru nomu, ma viremu e sapemu lu vostru cori attornu, (vediamo e sappiamo) lu travagghiu e la cavarcatura, lu friddu di lu ’mernu (dell’inverno) e lu cauru di l’estati, quarchi carricuni (il caldo … imprecazione) – di quannu propriu nun si ni pò chiù – e tuttu l’amuri ca ci aviti misu intra a sti cosi,
ca ora stamu pittannu cu pinzeddi e culura (che ora stiamo … pennelli e colori) ca si squagghianu ’ndo pettu accussì. (che si squagliano nel petto così)
Semu arrivati cca (vui nun ci criditi!) cu tuttu l’occurrenti pi fari na ’nzalata di lumia intra a un scutiddaru, (insalata di limone … scodellone) cu cipudda, menta, sali, ogghiu e pani duru. (cipolla … olio)
Ora semu tutti sittati a ttornu a petra ranni (seduti attorno alla pietra grande) e stamu scrivennu ’nsemula chistu fogghiu (insieme questo foglio) pi lassàrilu a vossia darreri a porta. (lasciarlo … dietro)
L’arbuli jocanu cu lu vintacciolu; e l’ocidduzzi (venticello … uccellini) (cardiddi, passareddi, sperciamacchi e cacamarruggi) (cardelli, passerotti, forafoglia cantanu e furrìanu di cuntintizza. e cacapalo cantano e girano di contentezza)
Caru massaru, nui disiamu ca li vostri nipùti, (noi desideriamo … nipoti) e puri li niputi ca nun sunnu vostri, (non sono) hann’avìri lu cori pulitu, e puri lu sangu hann’avìri pulitu, (devono avere) comu è pulitu lu locu vostru.
Vi vulemu bbeni, vossiabbenerica.
Rosaria classe 1a, Marisa classe 3a, Concetta classe 1a, Giorgio classe 2a Pietro classe 3 , a
, Umberto classe … staiu turnannu all’età di la ’gnuranza!
(Il massaro è risultato essere il sig. Giuseppe Dell’Albani, di via Coniglio, 17, in Caltagirone. Il messaggio fu inviato ai suoi figli e nipoti, emigrati all’estero, ed è stato tradotto e letto nelle scuole.)